BELLINZONA - Meglio qualche chicco di ghiaccio sulla carrozzeria o una pioggia di pulviscoli d’argento? La legge oggi non prevede autorizzazioni particolari per lo spargimento nell’aria di sostanze chimiche. Una lacuna secondo il Dipartimento del Territorio che ha scritto in questi giorni una lettera all’Ufficio federale dell’ambiente chiedendo di rafforzare la normativa. Negli scorsi mesi ha destato infatti una certa preoccupazione la fase di sperimentazione che l’assicurazione Basilese sta conducendo a nord delle Alpi: piccoli aerei dotati di appositi razzi spargono nell’aria dello ioduro d’argento per contrastare la formazione di grandine e ridurre il rischio di danni a terra. Test limitati per il momento oltralpe, ma che hanno fatto discutere anche in Ticino, dove c’è stata anche un’interrogazione della deputata Ppd Sara Beretta Piccoli dal titolo “Pioggia avvelenata?”.
Secondo il Dipartimento del territorio occorre una modifica dell’Ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti i prodotti chimici (ORRPChim). Oggi infatti la normativa limita la richiesta di autorizzazione alle autorità competenti per lo spargimento nell’aria a sole tre categorie di sostanze: fitosanitari, biocidi e concimi. «Procedure analoghe non sono per contro previste in caso di spargimento di altri prodotti chimici, anche se pericolosi» si legge nella lettera firmata dal presidente del Governo Claudio Zali. L’ORRPChim, sigla che è tutta un programma, dovrebbe secondo il DT includere anche lo spargimento nell’aria di altri prodotti chimici pericolosi. Una modifica, si legge nel documento inviato a Berna, «giustificata per meglio tutelare l’ambiente e per garantire il necessario coordinamento, nonché per permettere una visione d’insieme, oggi non data, su pratiche simili».
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